LogoArchive ti fa giocare a realizzare “chimere” coi logo modernisti

C'è un punto dove il graphic designer e i bambini si incontrano e dove entrambi i mondi si trovano a loro agio anche se per motivazioni distinte: nella pratica dello smontare per imparare» affermava Pietro Corraini quando, in veste di curatore, presentò la sezione Segni a lui affidata durante la splendida mostra Giro Giro Tondo. Design for children, organizzata nel 2017 dalla Triennale di Milano (avrei voluto linkare direttamente la pagina della mostra ma l’archivio online di Triennale è un incubo).

Bambine e bambini smontano i giocattoli per capire come funzionano, chi fa design smonta le forme e i concetti per arrivare al nocciolo e da lì, eventualmente, ricostruire.
In entrambi i casi si tratta di un giocare creativo, tema che viene esplorato — sia nella forma che nella sostanza — anche nel nuovo numero speciale della rivista LogoArchive.

«Avendo appena lanciato un numero sulle marche tipografiche del Rinascimento» spiega Richard Baird, designer britannico fondatore di quello splendido progetto multipiattaforma e di respiro internazionale che è LogoArchive, «è un’eccitante opportunità quella di ospitare Jim Sutherland, un progettista molto apprezzato nel Regno Unito non solo per il suo lavoro ma anche per il suo approccio gioioso e sperimentale al graphic design».

Sutherland, che ha una carriera costellata di premi (più di 150), ha infatti progettato LogoArchive Extra Issue: pLAy, volumetto da “giocare” dalla prima all’ultima pagina.
La copertina e le pagine del libriccino sono perforate così da poterne staccare tutti gli elementi e impegnarsi in varie attività, legate al gioco e ovviamente alla grafica.

Ci sono innanzitutto due puzzle: quello della cover e uno (tipografico) interno, che strizzano l’occhio al binomio gioco-lavoro (due elementi che, come tiene a precisare Baird «non vanno interpretati come forze opposte ma come uno spazio intersezionale da abitare»). E se LogoArchive è ormai conosciutissima per la sua grande opera di recupero di logo di epoca (o di ispirazione) modernista, in questo caso questi sono stati “scomposti” così da poter divertirsi a:

1) ricomporli — «Questo esercizio è progettato non solo per trovare un nuovo modo di impegnarsi con dei vecchio lavori» suggerisce Baird, «ma anche per focalizzare la mente sui dettagli della forma, poiché molti dei loghi presenti non sono simmetrici. Si spera che sollevi la domanda: che cos’è una forma giocosa? Sicuramente non solo i logo per le fabbriche di giocattoli!»;

2) creare delle “chimere” associando metà di un logo e metà di un altro (con l’invito a postare poi i risultati su Instagram, con l’hashtag #logochimera e taggando @logoarchive).

Allegato al volume c’è inoltre un fascicoletto che ospita uno spassoso e allo stesso tempo serissimo testo del poeta e direttore creativo Tom Sharp, che traccia una parallelismo tra il ciclo di vita di quelle bizzarre creature marine conosciute come ascidie e quello del graphic designer.

Stampato da With Print su diversi tipi di carta G.F SmithLogoArchive Extra Issue: pLAy esce con un’apposita busta in cui poter poi inserire tutto il materiale una volta staccati gli elementi (ma so già che c’è chi vorrà acquistarne due copie così da giocare con una e tenere intatta l’altra, da collezione).

SIMONE SBARBATI·30 LUGLIO, 2021

Fonte: https://www.frizzifrizzi.it/